domenica 15 maggio 2011

San Francisco e Google I/O - Rientro

All'inizio temevo di non avere niente su cui scrivere del viaggio di rientro, ma alla fin fine non è stato così. Un tizio in aereo ci ha regalato un post interessante!

Ci siamo alzati alle 04:45 per prendere il Bart fino all'aeroporto; alla fin fine ci vogliono circa 40-45 minuti, ma siamo comunque arrivati tranquillamente e senza intoppi.

Siamo andati al terminal giusto ed abbiamo fatto da soli il check-in; gli omini si occupano solo di etichettare e caricare il bagaglio (dopo aver controllato a mano il passaporto, comunque).
I controlli della sicurezza erano normali, niente di eccezionale; del tutto paragonabili a Venezia.

Abbiamo ingannato l'attesa sfruttando il 4G: è veramente veloce, quasi superiore all'adsl di casa. Le video chat andavano tranquillamente, senza intoppi, forse anche merito del Mac? buahahahahahah.

Il volo SF-Philadelphia è stato privo di eventi (e di cibo, maledetti loro); ci siamo rifocillati in volo con succhi di frutta iper calorici (Pusty) ed ottimi succhi di pomodoro (Giorgio). Purtroppo il volo non era vuoto come all'andata, ma siamo stati comunque comodi.

Atterrati a Philadelphia ci siamo mossi verso il terminal corretto, ci siamo imbarcati e poi abbiamo atteso a bordo per oltre un'ora: un aereo aveva fatto un atterraggio d'emergenza e le operazioni erano rallentate di molto.

L'allestimento dei posti era fastidioso: 2 sedili a sx, 4 in centro e 2 a dx; io e Pusty eravamo agli estremi del gruppo di 4, e dall'altra parte si è seduta una ragazza americana MOLTO carina:
La felicità è durata poco, perché in mezzo si è messo un tedesco di circa 30 anni, studente di filosofia e telogia, cantante di lirica per passione.

Ha subito attacato bottone, parlando di dove era andato a cantare, quali opere gli piacessero, e varie cose legate al mondo della lirica.

Poi, la domanda a sorpresa: "Che ne pensate del nuovo papa?".
A posteriori la risposta giusta sarebbe stata quella di Pusty: far finta di non capire e chiudere il discorso.
Ho invece STOLTAMENTE risposto, e da qui la conversazione è degenerata.

A quanto pare, il tedesco era uno studente di filosofia e telogia, cantante di lirica per passione, fondamentalista cattolico.
Ma è cascato molto male...

Alcuni punti salienti della conversazione.
  • Ha cercato di dimostrare l'esistenza di Dio con la genetica; Lui: "Degli scienziati hanno detto che le probabilità che la sequenza del DNA generino una cosa complessa come noi sono così basse che sicuramente non possono realizzarsi senza l'intervento di un essere superiore". Io: "Non userei la scienza per dimostrare l'esistenza di Dio; una volta ho letto un libro---Il mistero della genesi delle antiche civiltà---in cui usavano prove scientifiche per dimostrare che le piramidi fossero stazioni di rifornimento per astronavi, che Gomorra e Sodoma erano state distrutte in una guerra nucleare e che Mosè fosse una spia per conto di una fazione aliena in lotta con l'altra".
  • Ha cercato di dimostrare come il cattolicesimo sia vitale per la scienza; Lui: "I maggiori scienziati erano cattolici: Galileo, Leonardo, ecc. La religione è vitale per la mente degli scienziati!". Io: "Galileo e Leonardo erano europei, quindi cattolici, nel momento in cui l'europa era all'apice della cultura. Cinquecento anni prima gli scienziati erano arabi, prima ancora greci politeisti, prima ancora egiziani politeisti e prima ancora cinesi animisti".
  • Così è finita la discussione. Lui: "Io vi voglio bene, per questo vi dico questo. La salvezza sta in Gesù Cristo, dovete abbracciarlo e [seguono altre cose simili]". Io: "Punto piuttosto al metodo Bart Simpson: vivere una vita nel peccato e convertirmi in punto di morte".
Comunqe, è stata un'esperienza notevolissima!
Si è messo a leggere un libro, sottolineando in modo forsennato passi come "Dio ci ha creati affinché possiamo godere della sua grazia".

Dopo il decollo abbiamo mangiato un buon pollo e ci siamo visti dei film; l'aereo era fighetto ed aveva i monitor in ogni sedile (più la presa USB per caricare i dispositivi).
Ovviamente abbiamo dormito, cercando di attenuare la differenza di fuso.

Verso la fine del viaggio il tipo ha attaccato bottone con la ragazza carina, lasciandole un volantino sulla salvezza eterna.

A Monaco abbiamo fatto il controllo passaporti SENZA ritirare le valigie. Ci siamo ritrovati fuori dall'aeroporto, ed abbiamo fatto un piccolo giro nell'area.
Notevole la piattaforma per testare le Audi:
Abbiamo quindi rifatto il check-in (ci mancavano le carte d'imbarco per l'ultimo tratto), ma non siamo riusciti a sederci vicini.
Abbiamo fatto anche l'ennesimo controllo sicurezza, probabilmente il più superficiale di tutti, ma anche il più organizzato.

A Monaco è quasi impossibile mangiare in aeroporto: vendono moltissime schifezze, tutte a prezzi esosi. L'unica nota positiva è che il caffè e le bevande sono offerte gratuitamente dalla Lufthansa.
Alla fin fine ci siamo sfamati nel Caffè Italia, posto vicino al nostro gate.

Il volo è stato fatto come sempre sul piccolo turbo elica, e finalmente le hostess erano carine!
Infatti, in TUTTI i voli della US Airlines il personale era o molto anziano o brutto brutto brutto---nel volo di ritorno Phil-Monaco c'era una hostess il cui posteriore era così ampio che sbatteva sempre su Pusty passando per il corridoio.

Atterrati a Ronchi la novità: hanno capito che per fare 10 metri non occorre un autobus; violando probabilmente ogni regola aeroportuale abbiamo camminato dall'aereo all'ingresso dell'aeroporto. Ma la cosa aveva molto senso!
Qui abbiamo trovato le valigie ed il papà di Marco, che ci ha riportato a casa.

Spero sinceramente di farcela ad iscrivermi anche il prossimo anno :-)


giovedì 12 maggio 2011

San Francisco e Google I/O - Day 5

Secondo ed ultimo giorno del Google I/O; di nuovo ci separiamo, Pusty con destinazione acquisti e Giorgio verso il secondo Key Note.

Anche oggi c'è un notevole ammasso di gente davanti alle super porte della sala conferenze, tanto che nuovamente bloccano le scale mobili.

Seguo il key note in collegamento con il laboratorio; sul palco si parla principalmente di Chrome e Chrome OS, ma non mancano anche i momenti divertenti---come per esempio la presentazione di Angry Birds
Non si capisce se seguirà un altro gadget oppure no; la cosa più interessante che mostrano è il pricing dei netbook con Chrome OS per le aziende: con 28$ al mese noleggi il laptop (o una sorta di micro pc senza monitor), garanzia piena. Interessante anche il supporto per citrix e vmware, perché permette di usare il desktop remoto lì dove il web non basta.
Alla fine l'annuncio tanto atteso: ci regalano un netbook di Google! Anzi, l'annuncio non riescono nemmeno a farlo, perché non appena lo mostrano la gente capisce ed acclama (ed intanto io vengo insultato via chat da Eric ed Enrico).
In realtà il netbook arriverà verso il 15 di giugno, perché ci deve essere prima il lancio ufficilae del produttore.

In definitiva i key note sono stati meno esplosivi rispetto all'anno scorso, ma comunque goduriosi.

Seguo varie sessioni, incentrate su GWT e HTML5 più una sessione interessante sulle API per i task.

Ne approfitto anche per prendere dolciumi e the da riportare in laboratorio, sperando di essere riuscito a non passare per un disperato :-)
Tra l'altro durante una di queste incursioni attacca bottone una asiatica carina, alla quale alla fin fine lascio il biglietto da visita: è una cacciatrice di cervelli in cerca di gente disposta a venire a lavorare nella Bay Area.

Vado anche a parlare con qualcuno di google Apps, sperando che siano interessati al password filter fatto dal laboratorio (Marco Mauri), ma non sembrano molto interessati.

Con molta tristezza lascio la conferenza, e raggiungo Marco in albergo.

Andiamo a fare i vari acquisti, perché alla fin fine la Visa di Marco (così come la mia) non hanno funzionato; ricorriamo alla mia mastercard ed al contante.

Lasciamo le cose in albergo ed andiamo a mangiare in un ristorante messicano; poi andiamo a prendere i biglietti del Bart per il giorno dopo e ci rechiamo in albergo per fare le valigie.

mercoledì 11 maggio 2011

San Francisco e Google I/O - Day 4

Oggi è stato il grande giorno, il Google I/O 2011 è iniziato!

Pusty ha vissuto una giornata parallela interessante; ci siamo separati la mattina e rivisti verso le 17:00. Ha girato la città in lungo e largo, messo i piedi nell'oceano, passeggiato per Castro come testimonia questa chiara fotografia:
Sembra che sia tornato comunque incolume e nel pieno delle proprie virtù.

Giorgio si è dedicato al Google I/O, iniziando con la colazione offerta da Google a base di dolciumi e caffè Starbukcs; per tutto l'evento si può accedere ad una scorta infinita di cibo (dolce e salato) e bibite (fresche e calde). Alcuni snack sono veramente strani!

Il keynote è andato molto bene; il tutto ormai sarà già stato detto dai vari blog, riporto le cose più notevoli per me:
  • ci hanno regalato un tablet della galaxy da 10", ancora non sul mercato
  • esistono degli standard per fare accessori hardware per android
  • google supporta lo storage di musica nel cluod
  • hanno attivato una quantità infinita di telefoni
Le sessioni che ho seguito erano tutte molto interessanti; alcune cose saranno sicuramente utili per il futuro.

La prima parlava di Google Storage e delle modifiche apportate (autenticazione Oauth2, dimensione di singolo file fino a 5Tb, ecc).

Subito dopo ho seguito una presentazione che spiegava come scalare le web application su AppEngine, e forse è quella che ha portato meno informazioni.

Segue pausa per il pranzo, dove seguo la linea dietetica mangiando tra l'altro uno stufato di tofu... bleah!
Sono poi andato in albergo a lasciare due cose, ed ho avuto il piacere di far chiamare i pompieri perché la casa di carta di un barbone che vive nel vicolo sul retro ha preso fuoco per bene. I vigili del fuoco sono arrivati in meno di cinque minuti, e tutto è finito bene.

Nel pomeriggio ho cercato di seguire la sessione sull'ADK ma era stra piena; ho fatto un giro tra gli stand ed ho insultato con il pensiero i tipi di ManyMoon.

Ho proceduto nella traccia "AppEngine" con una presentazione delle novità sulle Task Queues, seguita da una sugli Apps Script dove ho visto molte novità interessantissime per noi:
  • le UI vengono fatte con editor WYSIWYG (accessibile dal menù "file" dello script editor)
  • piena integrazione con documenti e gmail
  • novità assoluta: potranno essere trasformati in gadget (ergo, direi, si può usare ovunque).
Merita guardare il video relativo.

Ho poi cercato di andare a parlare con i tizi delle Google Ventures, ma davanti a me c'erano centinaia di persone ed ho desistito.

Ero molto triste perché non riuscendo ad andare alla sessione dell'ADK non ho potuto avere il kit di sviluppo; ho provato allora a parlare con un googler di Android dall'aspetto inquietante (era vestito al 100% da montanaro tedesco), senza successo. Non mi sono arreso e sono andato a parlare con i tizi di Google che gestiscono un enorme labirinto fatto con questo ADK, ed ho convinto uno di loro a darmi il buono per prendere il kit.
MASSIMA SODDISFAZIONE!
Ricongiunto con Pusty siamo andati in ChinaTown a fare degli acquisti, e poi ci siamo diretti verso l'Apple Store.
Qui abbiamo aspettato il commesso equivoco, ma poi abbiamo ripiegato su un altro; Marco è ora il felice possessore di un MacBook Pro da 13" comprato spacciandosi per uno studente di un'università americana (Appalachian State University, o come si scrive). -100$!

Abbandonato Pusty nelle mani di un Genius non tanto geniale, sono tornato al Google I/O per il party serale.

Qui c'era un cantante che ci dava dentro di brutto, ma non ho idea di chi fosse... indagherò! C'erano meno cose interessanti rispetto all'anno scorso, e sono rimasto poco. Nel frattempo Marco ha finito il setup del Mac e siamo andati a mangiare nuovamente da Mel's.

Segue lunga serata di setup dei vari apparati digitali... domani altra giornata campale!

martedì 10 maggio 2011

San Francisco e Google I/O - Day 3

Oggi ci siamo alzati con una meta atletica: fare il giro della baia in bici.

La giornata è perfetta, e ci dirigiamo al San Francisco Bicycle Rentals posizionato al 425 di Jefferson Street. Infatti, dopo una lunga azione di studio abbiamo concluso che è di gran lunga il più economico.

La pista ciclabile parte subito fuori dal negozio, e ci dirigiamo verso la parte nord del Presidio per fare le varie foto di rito con il ponte.
Il panorama è notevole, e dopo qualche piccola salita raggiungiamo il ponte.

A differenza del ponte di Brooklyn, questo non è assolutamente a prova di lanci: le ringhiere sono ad altezze normali, e non ci sono reti di protezione; sembra che il ponte sia spesso meta di suicidi, tanto che periodicamente ci sono delle cabine con cui si può chiamare una linea amica anti suicidio:
Raggiungiamo Sausalito e, non paghi dell'attività fisica, decidiamo di procedere fino a Tiburon.
La strada è meno chiara, ma basta seguire le indicazioni per il percorso bici "8" e poi, quando questo finisce, il numero "10".

Il panorama è meno bello che non nel tratto SF-Sausalito, ma è comunque interessante: ci sono tante casette ricche, sparse in mezzo a quella che di fatto è una palude causa il variare della marea.
In totale abbiamo pedalato per 3h20m, per un totale di circa 27-30km.

A Tiburon prendiamo il traghetto (3 biciclette a bordo) e facciamo tappa a Sausalito, dove salgono un'enormità di ciclisti. Arrivati a San Francisco restituiamo le bici e paghiamo il conto; i nostri soldi sono nuovi e scopriamo che si prestano a tragici incidenti: Pusty stava per dare 10$ in più come pagamento, perché i dollari nuovi si attaccano gli uni agli altri.
Il tipo del noleggio, molto gentile, ci spiega che il trucco è di stropicciare sempre i dollari nuovi.

Andiamo verso Fisherman's Wharf e pranziamo con una zuppa di vongole messa in una ciotola di pane:
Rifocillatici siamo ancora affamati e prendiamo un cable car fino a Market street; Marco accompagna Giorgio al Moscone West dove effettua la registrazione al Google IO approfittando della quasi totale assenza di gente.
Il gadget è nuovamente una maglietta, con una scritta in morse sul retro: si tratta di uno short link che punta ad una applicazione per android.

Ci muoviamo fino a Union square, dove saliamo nella Cheescake Factory dentro a Macy's. Ci gustiamo due ottime e incugnanti cheesecake, poi facciamo un rapido giro nel Macy's maschile.

Giorgio non è soddisfatto, e proseguiamo sul negozio Timberland in Market street, dove Giorgio ritrova finalmente delle scarpe estive che a Trieste erano scomparse.

Decidiamo di andare a stenderci per un po', e poscia andiamo a cenare da Mel's. Giorgio prende la chicken hot pie, Pusty un super hamburger.

Siamo satolli e stanchi; facciamo un giro e Giorgio compra altre schifezze da mangiare in laboratorio.

Ora si va a letto, domani prima giornata del Google IO!

lunedì 9 maggio 2011

San Francisco e Google I/O - Day 2

La giornata inizia MOLTO presto, colpa del fusorario: alle 0645 siamo entrambi svegli, e scegliamo di partire subito verso la zona portuale.

Dopo aver fatto colazione di Starbucks procediamo a piedi fino al Pier 33, da cui partono le navi per Alcatraz.

Il biglietto l'abbiamo fatto e stampato online, per cui basta mettersi in fila; la crociera dura 15-20 minuti, ed arrivati sull'isola un simpatico ranger ci spiega le regole del parco.
Abbiamo inclusa nel prezzo una audioguida in italiano e la prendiamo; direi che senza di essa la visita non ha senso.
Il carcere è interessante, gli edifici ed il parco esterno un bel po' meno. Notevole le dimensioni dell celle (piccolissime) ed il fatto che in media ci fossero solo 260 detenuti.

Ritornati sulla terraferma ci dirigiamo verso il Pier 39. Dopo un breve giro cediamo alla fame ed andiamo a mangiare al Bubba Gump; i gamberi sono ottimi ma cari, come a New York. La cameriera ci sottopone anche a dei quiz sul film , grossa soddisfazione per Giorgio che vince la competizione contro Pusty.

Dopo pranzo prendiamo dei Churros, sempre al Pier 39; per la cronaca, io ne ho dovuti prendere DUE perché il primo mi è stato strappato di mano da un gabbiano mentre facevo una foto ai leoni marini. Maledette bestie!

Procediamo visitando il sottomarino ormeggiato oltre il Pier 39. Anche se costruito nella seconda guerra mondiale si tratta comunque di un mezzo grande, con 80 persone di equipaggio e ben quattro generatori diesel giganteschi all'interno.

Prendiamo un tram e saliamo verso Lombard Street, che raggiungiamo camminando un po'. Per strada troviamo anche una chiesa cattolica al cui interno hanno ricostruito fedelmente la cappella interna di Sant'Antonio in Assisi... maniaci!
Ormai siamo vicini a Little Italy, e ci concediamo un espresso al caffè Trieste. Il proprietario negli anni '50 era emigrato da Rovigno, ed aveva scelto evidentemente il nome di una grande città per il suo locale. Peccato che ora quasi tutti quelli che ci lavorano parlano una lingua che ricorda molto il pakistano, e decisamente non sono italiani.
Ma il caffè è decente, ed offrono il WiFI.

Scendiamo lungo China Town e poi camminiamo fino alla Coin Tower, da cui si gode un bel panorama.

Riscendiamo e puntiamo verso il negozio di Abercrombie & Fitch, posizionato su Market Street. Qualche micro acquisto e prendiamo l'autobus che ci porta nel luogo della cena, il mitico Tommy's Joint in Geary Street, vicino al nostro albergo precedente (The Opal).
Entrambi prendiamo dei Buffalo Chili, e ne siamo molto soddisfatti (in particolare per il prezzo)
Facciamo ancora un piccolo giro fino al Moscone Center, ed all'interno possiamo vedere che i lavori per il Google IO fremono---è quasi tutto pronto!

Stanchi dalla lunga camminata torniamo in albergo; Pusty cede e mi lascia l'onore e l'onere del post :-)

domenica 8 maggio 2011

San Francisco e Google I/O

Quest'anno i biglietti del Google I/O si sono estinti in meno di 50 minuti; fortunatamente sono uno dei 5.500 pazzi che hanno fatto la registrazione immediatamente, riuscendo così a conquistare l'agognato ingresso.

Con me viaggia Marco Pustiani (detto "Pusty" per non fare confusione quando in barca ce ne sono troppi), e preannuncio subito che sarà un viaggio all'insegna dell'oculatezza economica, con una sana competizione tra noi due.

Il papà ci ha portato a Venezia, da cui partiremo con un volo US Airlines alle 11:30; ci aspettano 09h45m di volo, e l'aereo ha un allestimento molto vecchio (solo una tv centrale, niente prese di corrente) compensato dall'ampio spazio che c'è tra le file di sedili (si riesce perfino ad accavallare le gambe).
Saggiamente avevamo preso due posti in corridoio, in modo da poter stendere le gambe, ma con questa configurazione di aereo non sarebbe servito.

Il pasto servito a bordo è scarso e di dubbia qualità: per pranzo viene servito un piatto di penne all'arrabbiata con pesto, accompagnate da una micro porzione di ceci e da un tortino al cioccolato (buono).

Le hostess e gli steward sono tutti MOLTO in là con gli anni, e la divisa è veramente patetica; sembrano effettivamente degli addetti alle pulizie.

All'arrivo a Philadelphia facciamo molto rapidamente tutti i controlli di immigrazione; poi ritiriamo i bagagli e facciamo la dogana (anche qui tutto molto rapido) per poi riconsegnare i bagagli dopo qualche metro.

Segue ulteriore controllo di sicurezza, la cosa buffa è che la TSA ha posizionato svariati mega ventilatori in giro per l'ambiente senza alcun motivo apparente, si sta bene in maniche di camicia. Misteri...

Liberi di vagare per l'aeroporto Giorgio opta per mangiare un piatto di pollo con riso, accompagnato da un'insalata di frutta; Pusty cede alle lusinghe del McDonald e prende una sorta di "caramel iced coffee".
In una zona dell'aeroporto vendono anche espresso Illy, anche se la macchinetta con cui lo fanno non sembra essere molto professionale.

Ottima nota dell'aeroporto: c'è il WiFi gratis!

Si riparte con un po' di scossoni causa il maltempo, ma poi il volo è fantastico: l'aereo è molto vuoto, ed abbiamo a disposizione tre sedili ciascuno.
Ci mettiamo comodi e dormiamo per quasi tutto il viaggio, svegliandoci solo per prendere le bevande offerte (notare: sei ore di viaggio e non danno cibo gratis).
Qui le hostess sono vestite ancora peggio, con felpe di pile; però i sedili sono ancora più spaziati.

Arrivati a San Francisco (terminal 1) recuperiamo i bagagli, e qui troviamo il solito signore cinese molto anziano che da le informazioni (è lo stesso della volta scorsa, direi). Compriamo l'abbonamento per il trasporto locale della città e procediamo verso il Bart usando il trenino automatico dell'aeroporto.

Dopo una mezz'ora circa di viaggio scendiamo in Market Street, ed una breve camminata di 5 minuti ci porta in albergo.
Qui panico: la carta di credito del conto arancio non funziona! Per fortuna che ho con me la vecchia; paghiamo in anticipo e ci facciamo dare la password per il WiFi.

La stanza è MOLTO piccola, con un letto matrimoniale. Il lavandino è in camera, ma il bagno con doccia è in una stanza separata (all'interno della camera); non si capisce perché non abbiano messo lì il lavandino).

Ora andiamo a letto, domani ci aspetta la visita ad Alcatraz!