martedì 23 novembre 2010

New York - day 6

Ultimo post, anchanche questo via cellulare.
Abbiamo seguiseguito il suggerimento di Valentino e siamo andati al parco costruito sulla vecchia metropolitana sopraesopraelevata.
Usciamo portandoci dietro le chiavi di casa, non avendo ricevuto istruzioni da Bert, il mastro di chiavi del bed-and-breakfast-senza-breakfast.
Il parco è bello, ci sono delle panchine molto stilose in legno e si gode di una bella vista sull'Hudson.
Indubbiamente sono riusciti a recuperare una zona altrimenti degradata.

Ci spostiamo con la metro a brooklyn, e giriamo per il parco che da su manhattan: ottima la vista, la bella giornata ci permette di fare delle belle foto.

Mangiamo fuori in camicia e godendo della vista del ponte, che poi attraversiamo per tornare allo starbucks della Pace University ma non troviamo la topo amica di Nicola.

Altra metro e siamo nell'Upper East Side, zona residenziale molto bella; troviamo un liceo cattolico dove la divisa delle ragazzine presenta minigonne da future prostitute, mistero!

Attraversiamo Central Park e risaliamo con la metro fino alla Columbiai; facciamo shopping nel negozio del campus ed andiamo a salutare Valentino, che è alle prese con la correzione di 110 disastrosi compiti di calculus III...

Tornando ad Harlem troviamo finalmente le scarpe per Sorre, quindi recuperiamo le valigie e prendiamo la linea A. Non è male per arrivare al JFK, bastano due accortezze: 1) andare in direzione Rockaway e 2) prendere la express, perché da Euclid in poi si ferma anche alle locali.
Arrivati alla Howard si prende il trenino per il JFK (5$); tempo totale circa 1h15min (noi abbiamo perso del tempo ad Euclid perché non sapevamo 2.)

Al checkin lasciamo il biglietti della metro alla signorina alitalia; cosa curiosa: i bagagli vanno portati a mano in un punto di raccolta, non li prendono al check-in.

Il karma positivo derivante dall'aver lasciato i biglietti fa guadagnare a Giorgio la promozione all'ambitissimo posto vicino alle uscite di emergenza; lo spazio per le gambe infinito e la mancanza di vicini migliora di molto il viaggio.
Dormiamo per tutto il viaggio, ci scegliamo belli freschi a Roma.

Qui facciamo un ulteriore controllo di sicurezza (strano!) ed ora aspettiamo il volo per Trieste.

In sintesi: ottima vacanza, e grazie ancora a Valentino e QiuYu per l'ospitalità!

lunedì 22 novembre 2010

New York - day 5

Post rapido dal cellulare, qui sono le 0313 di notte.

Oggi sveglia ritardata per raccogliere le forze. Ci muoviamo verso la 72a strada, dove Andrea finalmente trova le scarpe che cercava.

Lì vicino prendiamo delle ottime cup cake, e poi andiamo di nuovo da B&H, dove restiamo a lungo... dopo 2 ore usciamo con qualche piccolo acquisto: Giorgio ha resistito a varie tentazioni, compreso l'acquisto dell'iPad (cfr signore degli anelli e regina degli elfi che resiste alla tentazione di prendere l'anello).
Giorgio avrebbe voluto prendere anche un telecomandino per lo scatto della macchina fotografica per 6$, ma non c'è riuscito: a quanto pare, da B&H hanno un unico magazzino (=il negozio) sia per i clienti fisici che per quelli online; quando sono andato per pagare ho scoperto che non potevo prenderlo perché era l'ultimo e qualcuno l'aveva già preso online... maledizione! Che sistema scemo!

Giorgio si muove autonomamente verso un teatro di Broadway, dove assisterà ad una commedia con Patrick Stewart (aka Capitano Picard, Dune, Professor Xavier).
La commedia si intitola "a life in the teatre", fa ridere ma la cosa migliore resta il poter vedere il Capitano Picard in carne ed ossa da vicino... non potete immaginare!

Nel mentre Andrea e Nicola sono a Central Park, e ci ritroviamo a casa lasciare gli acquisti fatti.

Breve riposo e poi andiamo a cenare in un ottimo posto vicino al greenwich village, in un pub chiamato Corner Bistro molto caratteristico.

Di nuovo ci separiamo, con Giorgio che punta ad Harry Potter in imax.
Niente da fare, arriva che i posti sono tutti esauriti e deluso raggiunge gli altri al 230 sulla 5a strada: ottimo bar al 20 piano, un posto da vedere assolutamente per il panorama e la figaggine del posto.

Tra l'altro c'è un dress code molto severo il sabato, leggermente più lasco negli altaltri giorni, in cui pantaloni scuri e camicia vanno bene. I prezzi sono adeguati, circa 12$ a testa e si prendono la carta di credito appena entri, dandoti degli accappatoi di pile rosso per il freddo.

Dopo aver salutato una coppia di finlandesi che avevano attaccato bottone (lui sembrava un personaggio di the office) andiamo al pub lesbo Henrietta, che doveva avere molto giro.

Ci arriviamo ed è mezzo vuoto, allora optiamo per Times Square dove prendiamo qualcosa da MacDonald. Di nuovo ci separiamo, con Giorgio che torna a casa un po' prima degli altri.

Alle 0230 i treni passano raramente, e nella stazione della metro non c'è nessun altro se non i topi, anche se non si vede il maestro Splinter...

domenica 21 novembre 2010

New York - Day 4

Oggi ci siamo alzati come sempre verso le 0815, ed abbiamo fatto i bagagli per lasciare la casa di Valentino. Per raggiungere il bed-and-breakfast-senza-breakfast ci siamo serviti per la prima volta di un taxi, da veri veterani della città.

Bert è la persona che viene a consegnarci la casa/stanza; il posto è ad Harlem ed è carino, anche se la mattina siamo gli unici bianchi in zona. Bert ci tiene a spiegarci con calma tutto; da come si usa la casa a dove andare a fare colazione.
Con noi nella casa ci sono sicuramente una coppia di neo zelandesi e due ragazze; l'appartamento è strutturato bene, abbiamo un bagno tutto per noi e non dovremmo sovrapporci più di tanto.

Sistemata la stanza partiamo per il Museo di Storia Naturale [per capirci: "Una notte al museo"]. Il posto è notevole, prendiamo un biglietto con sconto studenti che include la proiezione iMax di un filmato sul telescopio Hubble.

Il filmato in sè è noioso, anche perché narrato da Leonardo Di Caprio; il museo è bello, ed è ancora più bello se si pensa al famoso film di cui sopra.

Troviamo quasi tutto: gli elefanti, il t-rex, le teste di pietra... notevole!
Da qui, scendiamo lungo Central Park per pranzare; la parte bassa del parco è molto bella, probabilmente anche meglio di quella alta. Ci fermiamo lungo il laghetto dove gli innamorati vanno con la canoa, e pranziamo con pochi soldi nella parte economica-turistica del capanno per le barche: molto bellino, ottima chicken pie.
Procediamo lungo la parte sud di Central Park ed arriviamo al famoso prato in cui i locali usano giocare a frisbee ed altri sport, più in giù ci sono vari artisti di strada che fanno spettacoli divertenti.

Camminiamo fino al Chrysler ed alla stazione principale dei treni, dove sono ambientate varie scene di Madagascar: ecco, per esempio, l'orologio in cui rimane incastrata la giraffa quando tentano di scappare...

Segue momento shopping: torniamo da Abercrombie&Fitch, al cui ingresso ci sono un modello mezzo nudo ed una modella (carina, ma non mezza nuda); Nicola ed Andrea si regalano due camicie dopo una snervane attesa.
L'interno negozio è pervaso perversamente dall'odore del loro profumo, ne usciamo con il senso dell'olfatto stravirato e confuso.

Proseguiamo camminando spediti fino alla sede delle Nazioni Unite: il palazzo è grande, merita vederlo solo per dire "ci sono stato", perché di per sè non ha niente di speciale.

Prendiamo un taxi ed andiamo all'Empire State Building: Nicola ci convince a salire visto che la coda è praticamente nulla... in cima fa freddo, ma la vista è ottima.
Nicola raccoglie il coraggio e si lancia in una scena topica di "How I Met Your Mother" avvicinando una ragazza sola e carina per dirle "He's not coming" [guardate il telefilm per capire la frase...]; il tutto è stato filmato!

Scesi dal grattacielo andiamo a mangiare in ristorante messicano, dove per poco gustiamo dell'ottimo cibo sulla 5a [Nicola non concorda, nda].

Decidiamo quindi di tornare a casa, con l'idea di alzarsi più tardi domani e restare fuori più a lungo la sera.

Giorgio riesce a prenotare un biglietto per uno spettacolo a teatro il cui attore principale è Patrick Stewart [Capitano Picard dell'Enterprise]... MITICO!

Nota americana: i semafori sono un'opinione per i pedoni, ma cogenti per le auto... si passa quasi sempre con li rosso, sembra di essere in Italia!

sabato 20 novembre 2010

New York - day 3

La prima meta di oggi è il traghetto per Staten Island: è un ottimo modo per vedere la statua della libertà dal mare senza pagare; il traghetto è gratuito e passa molto spesso, ci sono vari ponti di osservazione ed è ottimo per fare foto.

Purtroppo la mattina il sole era dalla parte sbagliata, e quasi tutte le foto erano controluce... ma questo sarebbe capitato anche con un tour specializzato nella statua della libertà.
Un unico commento: la statua è piccola; molto più piccola di quanto ci si potrebbe aspettare.
Sull'isola di per se non c'è niente di interessante; prendiamo un ottimo bretzel-hot dog e ripartiamo subito verso Manhattan.

Decidiamo di visitare China Town: è meno organizzata rispetto alla versione di San Francisco, ma ci sono tanti scantinati in cui in effetti si potrebbero nascondere donne serpente [v. Grosso guaio a China Town].
Ci sono negozi di ogni tipo, comprese pescherie che mantengono pesci e crostacei vivi.
Passiamo anche per Little Italy, che è veramente piccola e quasi completamente assorbita da China Town.

Per pranzo andiamo a Times Square, cercando il mistico Bumba Gump---catena di ristoranti che vende praticamente solo gamberi cercando un fantasioso riferimento al film "Forrest Gump".
Il prezzo non è dei più economici, ma le porzioni sono enormi e la posizione è ottima, dominando Times Square.

Dopo una luculliana abbuffata andiamo da B&H per comprare ancora qualcosa ma lo troviamo chiuso: il venerdì chiude prima, ed ovviamente sabato è chiuso.

Ci arrendiamo ed andiamo al MoMa; l'ingresso è gratuito il pomeriggio di venerdì (1600-2000), e noi ne approfittiamo.
La cosa più interessante è questo filo che resta in equilibrio tra due ventilatori; il resto è piuttosto deludente, esclusi i vari pittori noti presenti negli ultimi piani.
Di sicuro colpisce il fatto che una buona superficie del museo sia inutilizzata...

Altra cosa interessante: c'è una grande stanza con un microfono ed altoparlanti dove chiunque può andare e lanciare un urlo.
Nicola ovviamente lo fa, e così ora può dire di aver fatto dell'arte al MoMa :-)

Il negozio fuori dal MoMa è invece molto piacevole, ci si trovano tante cose strane, interessanti e non troppo costose; sicuramente merita vederlo.

Stanchi andiamo al Rockfeller Center, dove saliamo all'ultimo piano del grattacielo; il biglietto costa 21$ ma merita: non c'è fila (al contrario dell'Empire) ed il panorama è quasi lo stesso.
In cima c'è una stanza con un soffitto a luci interattive, e svariati ragazzi/e si divertono creando una mini festa.

Scesi a velocità record dalla torre andiamo all'appuntamento con l'amico di Andrea; il pub originale è strapieno, e ripieghiamo in un bar vicino ("Bus Stop" - vicino a Washington Square) dove mangiamo bene e per poco.

Dopo cena torniamo sulla 5a per prendere ancora delle cose da A&F che però è chiuso; ci spostiamo quindi nell'Apple store per permettere ad Andrea di prendere ancora qualcosina.

Stanchi prendiamo la metro per tornare a casa, verso il meritato riposo.

venerdì 19 novembre 2010

New York - day 2 video

Nicola ha prodotto un ottimo video, eccolo!

Molto bello, mi è piaciuto.

Ne approfitto per un dettaglio: sto postando tutto dal MacBook Pro di Nicola.
Una TRAGEDIA!!!

Non è vero che è più usabile, non è vero che è più comodo... io ho usato KDE, Gnome2, Unity e OsX.
Volendo fare una classifica personale di usabilità, dal più comodo al più scomodo:
  1. windows (xp)
  2. Gnome2
  3. KDE
  4. Unity
  5. OsX
So che gli estremisti mi insulteranno, ma questo è un giudizio del tutto personale, e pertanto incommentabile :-)

New York - day 2

La sveglia è fissata per delle oneste 0830 ed affidata a Valentino, ma in realtà Giorgio ed Andrea sarebbero stati pronti ad alzarsi alle 0700; verso le 0430 qualcuno telefona sul cellulare di Giorgio: numero sconosciuto, non lo si può nemmeno richiamare per insultarlo poi.

Facciamo colazione con Valentino, il quale poi vai all'università a somministrare un esame di Calculus III ai suoi (terrorizzati) studenti; restiamo d'accordo per rivederci all'ora di pranzo.

Prendiamo la metropolitana e scendiamo nei pressi di Ground Zero, visitando prima il parchetto che c'è nelle vicinanze ed il municipio della città.

Ground Zero è un enorme cantiere in fermento, con svariate gru ed ufficiali della Polizia che controllano per lo più il traffico caotico attorno all'area.
Come si vede hanno usato molto esplosivo per demolire ed asportare le rovine.
Visitiamo anche la chiesa che c'è di fronte a Ground Zero, uno degli edifici più antichi della città ed ora quasi interamente dedicato alla memoria dei primi soccorritori.

Proseguiamo fino a Wall Street, dove vediamo l'edificio della Borsa; all'esterno c'è una troupe televisiva affiancata da un tizio in pigiama con due cani al guinzaglio: mistero...
Da Wall Street camminiamo fino a Battery Park, da cui si possono prendere i traghetti per la Statua della Libertà; ormai è tardi, e scegliamo di andarci in un secondo momento.
Iniziamo quindi a risalire fino a Union Square, dove entriamo in un negozio Barns & Noble per fare shopping: Nicola compra un'ottima bibbia (con la minuscola, per non confonderla con un testo omonimo largamente diffuso :-P)

Tornati alla Columbia andiamo a recuperare Valentino dal suo ufficio e decidiamo di pranzare ad un ristorante Tailandese (8$ per il pranzo); il posto è molto carino, ci viene solo inibita la possibilità di mimare Sheldon nell'ordinare i ravioli al vapore perché sono finiti. Comunque, mangiamo molto bene.
A questo punto salutiamo Valentino, il quale procederà alla volta di Boston.
Noi scegliamo di smaltire il pranzo camminando lungo tutto Central Park; non troviamo la signora dei piccioni [v. Mamma ho riperso l'aereo], e scopriamo che stiamo camminando controcorrente alla maggior parte dei corridori.
Il parco è grande e bello, ne usciamo solo per passare davanti al Guggenheim Museum.

Prendiamo la metropolitana e scendiamo all'inizio di Brooklyn; da qui ci incamminiamo verso il famoso ponte per percorrerlo a piedi.
Trovare l'ingresso del passaggio pedonale non è banale, è ben nascosto: bisogna lasciare a dritta l'edificio della croce rossa, entrare in un sottopassaggio e da lì prendere una fenditoia nel mura sulla sinistra.

La vista è notevole e la passeggiata è piacevole; facciamo tante foto, e lo skyline alla sera è meritevole di svariate foto.
Finito il ponte siamo nuovamente vicino alla City Hall; andiamo in uno Starbuks vicino alla Pace University per fare merenda (Giorgio prende un OTTIMO the Chai).
Vicino a noi sono sedute due ragazze, A e B; A è molto carina, B un po' meno. Nicola osserva con insistenza A, mentre Giorgio ed Andrea sperano che A e B non possano capire i commenti che sta facendo Nicola; se ne vanno e dopo un po' B torna dentro e dice a Nicola: "Do you remember my friend? She asked me to tell you that you're awesome". Risposta: "I know that".
Ma finisce lì, a quanto pare non siamo "wing man" capaci.
Nicola ci tormenterà per TUTTO il tempo successivo circa questo incontro...

Andiamo a Penn Station a visitare il Macy's, grande magazzino che lascia tutti delusi, e B&F, grande magazzino dell'elettronica.
Quest'ultimo è un negozio stranissimo: TUTTI i commessi sono ebrei ortodossi, vestiti di conseguenza... e con ottimi prezzi!

Passando nelle vicinanze (1730 circa) troviamo una fila di ragazzi sui 20-25 anni in fila davanti ad un cinema: stanno aspettando la prima visione di Harry Potter 7, con prima proiezione alle 00:01. Ovviamente tutto sold-out, e questi folli aspettano in fila per prendere un bel posto.

Per cena andiamo da Tom's Restaurant, famoso perché ha ospitato la serie televisiva Seinfeld (che onestamente non ricordo); comunque, è un classico diner americano in cui mangiamo dignitosamente bene.
Giorgio ed Andrea riescono a convincere Nicola a tornare a casa, dove guardiamo l'ultima puntata di The Big Bang Theory.

Una nota generiche: la metropolitana ha un sistema PESSIMO per l'entrata ed uscita: gli stessi tornelli possono essere usati senza distinzione per entrambe le operazioni; ovvero: vince il più forte.

giovedì 18 novembre 2010

New York - day 1

La partenza è alle 05:45; Nicola ha scelto di non dormire per sconfiggere il jetlag e riesce comunque ad essere in ritardo, entrando in doccia alle 0543.
Andrea e sua madre attendono con molta pazienza ed andiamo in aeroporto.

Il volo precedente per Roma è in super ritardo, tanto che probabilmente partirà quando dovrebbe partire il nostro (ritardato a chissà quando); la signorina del check-in si accorge di ciò dopo aver spedito il bagaglio di Nicola, e con MOLTO caos ci sposta sul volo precedente.
Lasciamo il banco del check-in vedendo un signore in giacca e cravatta che corre a mettere l'etichetta nuova sul bagaglio di Nicola, ormai ingurgitato dal nastro trasportatore.
Lo diamo già per perso.

A Roma non subiamo ulteriori controlli di sicurezza, e ci separiamo in tre posti separati: Nicola e Giorgio in seconda classe, Andrea in Business.

Poco prima del decollo una famiglia di siciliani (madre, padre e figlio) si fa ripetutamente il segno della croce; poco dopo il padre chiede ad una signora vicino se può spegnere il cellulare perché "gli fa paura"...

Il volo procede senza grossi intoppi, e vicino a me c'è una topo-gnocca albanese/americana (classe 1985).

Unico problema: il mio schermo lcd non funziona! Sarà la maledizione di Eric... peccato, perché perché il sistema di intrattenimento include una console per giocare.


I signori davanti a me si arenano in una simulazione di "Chi vuol essere milionario" quando viene chiesto "Se ho in mano un obbiettivo, cosa ho smontato?" [Risposte: macchina fotografica, telefono, e non ricordo che altre stupidaggini]

All'atterraggio avvengono altre cose divertenti, nell'ordine:
  1. da uno schermo sul soffitto inizia a piovere acqua sui passeggeri; molta acqua...
  2. la ragazza albanese prende in mano il sacchetto per vomitare (ma alla fine resisterà)
  3. da un altro schermo inizia a piovere acqua su una signora anziana, la quale si alza facendo impazzire gli assistenti di volo.
I controlli dei documenti sono molto rapidi, sia per l'immigrazione che per la dogana. Notevole il fatto che usino i beagle al posto dei pastori tedeschi...

Prendiamo una serie di treni e ci incontriamo con Valentino, che abita vicinissimo alla Columbia University.

Dopo aver svuotato i bagagli ci buttiamo verso il centro della città.
Come prima cosa, Giorgio prova a comprare una schedina AT&T ma non ci riesce: il primo negozio prova a rifilargli una sola, il secondo dice che il suo cellulare non è compatibile con una scheda 3G. Misteri americani...

Arriviamo al Rockfeller's Center e ci dirigiamo verso l'Apple Store, ma per strada troviamo il negozio della Abercrombie&Fitch; facciamo una mini fila ed entriamo, delusi dal trovare all'ingresso solo un modello e non una modella in intimo arrapante.
Dentro ci sono tanti ragazzi e ragazze, tutti probabilmente modelli, tutti in infradito.

Fatto qualche mini acquisto andiamo all'Apple store sotterraneo, dove Andrea cerca di prendere un iPad con non pochi problemi---comunque superati.

Per cena andiamo in un "vero" ristorante giapponese vicino a Times Square, ma è pieno e dobbiamo attendere.
La situazione si fa inquietante, perché la polizia ha chiuso al traffico una strada principale adiacente senza spiegare il problema, dicendoci "è una situazione pericolosa".
Decidiamo che non è nulla di che ed infatti quando torniamo scopriamo che la mania ossessiva americana gli ha costretti a chiudere una strada enorme con decine di poliziotti perché una finestra si era rotta...
La cena è molto soddisfacente, tra le cose che abbiamo mangiato c'erano anche degli spiedini di pelle di pollo.
Dopo cena andiamo a vedere la Columbia University: il campus non è enorme come ci si potrebbe aspettare, ma bellino; torniamo a casa per mezzanotte e ci prepariamo per andare a letto.

domenica 14 novembre 2010

Nessus: Network Security Scanner

Oggi ho provato Nessus e ne sono rimasto soddisfatto; è gratuito per uso domestico, ma costa una cifra per l'uso commerciale.

Caveat:
1) Aggiungere l'utente, ricordandosi di dargli i permessi per le sottoreti che si vogliono scansire
# sudo /opt/nessus/sbin/nessus-adduser
....
accept 10.0.0.0/24
deny 0.0.0.0/0

La regola qui sopra, ad esempio, permette 10.0.0.0 e vieta tutto il resto.

2) Registrarsi ed ottenere il codice di attivazione

3) Inserire il codice di registrazione:
# sudo /opt/nessus/bin/nessus-fetch --register

4) Avviare il servizio
# sudo /etc/init.d/nessusd start

5) Connettersi all'interfaccia web (https, porta 8834)

6) Creare una policy di scansione

7) Creare e far partire le prima scansione